"Mi stava guardando, controllandomi le dita e tutto il resto. Non ho aperto gli occhi, perché il mio compito era stare distesa, immobile, così che lui potesse sussurrare “Ah, la mia bella è addomentata.”
Un mito greco racconta la storia di Pigmalione, scultore, che creò nell'avorio la statua di un nudo femminile. Innamoratosi perdutamente della sua opera, si recò al tempio di Afrodite, chiedendo che venisse infusa la vita nel suo capolavoro. La dea acconsentì, così Pigmalione e la statua Galatea si sposarono, mettendo al mondo una figlia chiamata Pafo.
Il libro di cui parliamo oggi parte proprio da questo mito classico.
Galatea (scritto da Madeline Miller, illustrato da Ambra Garlaschelli e edito da Sonzogno editore) racconta questa storia, ma in chiave moderna. Galatea, per gran parte del racconto, è chiusa in una stanza di ospedale, costretta a rimanere a letto e a ingerire intrugli (chiamati “tè” nel racconto) che le vengono somministrati da medici e infermiere. Queste lunghe giornate in ospedale vengono interrotte dalle visite del marito che in questo libro viene presentato come un uomo burbero, irascibile, che più che desiderare (e condividere) l'amore della statua, sembra volerla possedere e mantenere un controllo su di lei. Non è una storia d'amore, è una storia di possesso.
Non è la prima volta che l'autrice Madeline Miller traduce in chiave moderna i miti classici. Il suo romanzo d'esordio La canzone di Achille e il suo secondo lavoro Circe l'hanno consacrata come una delle principali autrici a livello internazionale.
Galatea, però, non è un romanzo, ma un vero e proprio albo illustrato. Le parole sono accompagnate dalle immagini cupe e raffinate di Ambra Garlaschelli che ci trascinano all'interno della storia, facendoci percepire chiaramente l'animo e le sensazioni della protagonista.
Il bianco e nero la fanno da padrone in questo volume, con piccoli, intensi colpi di rosa che attirano lo sguardo del lettore come una calamita. Galatea è ricoperta di eleganti texture che richiamano la materia con cui venne costruita, quando “nacque” come statua.
Ma ora, come di consueto, conosciamo meglio l'illustratrice del libro, Ambra Garlaschelli.
Ciao Ambra, benvenuta su Illustrada. Ci racconti com'è nata la collaborazione per questo libro?
Ciao a tutti! Grazie per avermi invitata :)
La collaborazione per questo libro è nata un po’ per caso, in realtà. Sono stata contattata da Patricia Chendi, editor di Sonzogno Editori, (del gruppo Marsilio Editori), sotto consiglio di Felix Petruška (Mattia Elfo Ascari) illustratore e animatore, nonché nostro tramatole nell’ombra, che trovava il mio stile perfetto per il tipo di racconto.
La casa editrice, tra i vari talenti in catalogo, pubblica i libri di Madeline Miller per l’Italia. Negli ultimi anni questa scrittrice è letteralmente esplosa, prima in America, poi nel resto del mondo, riscuotendo grande successo anche tra i lettori italiani e vendendo milioni di copie con le sue storie che reinterpretano i miti greci in chiave molto attuale e moderna con un tipo di scrittura potentissima e allo stesso tempo molto delicata.
Oltre ai due romanzi principali, esisteva anche un piccolo racconto mai pubblicato di cui Sonzogno aveva i diritti per l’Italia con cui avrebbero voluto realizzare qualcosa di un po’ diverso. Essendo per l’appunto un testo molto breve, hanno pensato di proporlo in chiave illustrata per impreziosirlo e valorizzarlo al massimo.
Dopo essere stata contattata abbiamo quindi iniziato a ragionare insieme sul tipo di narrazione che poteva rendere in maniera più efficace la potenza del racconto. Ho fatto alcune proposte iniziali finché abbiamo trovato la direzione che più ci convinceva e l’abbiamo portata a termine. La casa editrice ha fatto davvero un lavoro pazzesco nella cura di questo libro, dall’inizio alla fine e soprattutto in fase di stampa (il vero dramma di un illustratore) finché non siamo arrivati a un risultato che rispecchiasse esattamente le mie tavole. Ed è così che è nata Galatea.
Chi sono i tuoi artisti di riferimento? Cosa ti ispira?
Questa è una di quelle domande che mi mettono sempre un po’ in difficoltà. Credo sia lo stesso per chiunque faccia un tipo di lavoro che riguarda l’immagine. Gran parte del mio tempo libero lo passo guardando illustrazioni, fotografie, film o grafiche varie, sono continuamente bombardata da stimoli visivi (non solo per scelta, qua c’è di mezzo anche un discorso sociale ma chiudo subito la parentesi), per cui alla fine mi ritrovo assolutamente contaminata da tutte le cose che vedo e che mi piacciono e che in qualche modo assimilo a livello conscio o meno. L’ispirazione viene un po’ da tutto questo bagaglio di immagini che mi porto dentro. Poi ovviamente esistono sempre e comunque i grandi mostri sacri personali a cui vado a guardare ogni volta che ho bisogno di qualche spunto: Dave Mc Kean, Toppi, Jeffrey Alan Love, Edward Kinsella, Breccia, Icinori, Jorge Gonzalez, Daniel Danger, Anke feuchtenberger, Daniel Egneus, Jesse Draxler, Patrycia Podkoscienly, Patryk Hardziej, Mikael Siirila, TincaVeerman e tantissimi altri, escludendo fotografi, grafici e registi che non sto neanche a citare perché non abbiamo spazio. Capitemi.
Questa storia getta le sue radici nel mito di Pigmalione. I miti classici regalano sempre moltissimi spunti per un'esplorazione creativa. Che tipo di ricerca hai fatto per raccontare attraverso le immagini questa storia?
Ritengo che la ricerca immagini sia una parte fondamentale del lavoro che faccio. Prima di iniziare è importantissimo studiare un po’ l’argomento da trattare e verificare se è già stato raccontato, come è stato raccontato a immagini, cosa funziona meglio e perché, cosa che oltre a chiarire le idee, dà sempre molti spunti e ispirazioni sulla modalità con cui si intende trattare il racconto.
Per Galatea nello specifico ho fatto molte ricerche sui miti illustrati, sulla scultura e sulle statue classiche e cimiteriali.
Per scelta editoriale avevamo a disposizione solo un colore (escludendo il bianco e nero) e il rosa mi è sembrato il colore migliore per questo tipo di storia, trattata in maniera forte e a tratti violenta ma allo stesso tempo molto femminile, delicata e poetica.
Ho quindi optato per rendere la figura di Galatea attraverso texture che ricordassero la pietra, contrapposte a parti più grafiche o acquerellate in cui il rosa e il bianco riportassero un po’ di leggerezza.
La parte più difficoltosa è stata trovare spunti visivi da abbinare al testo, perché la protagonista per quasi tutta la storia è rinchiusa in una clinica dove può essere controllata
dal marito, in seguito a un suo tentativo di fuga da una vita in cattività, insieme alla figlia Pafo, nella speranza di donare almeno a lei una vita libera e migliore della sua.
Ogni giornata è quindi uguale alla precedente e capiamo cosa le è successo attraverso i suoi pensieri e la mancanza che sente per la figlia, cosa che rende un po’ difficoltoso il raccontare per immagini senza cadere nella ripetizione e senza essere didascalici.
Ci racconti che tecnica usi?
Di solito lavoro in digitale per questioni di velocità e comodità, soprattutto per questo tipo di lavori con scadenze ravvicinate in cui ogni modifica richiesta deve essere corretta in fretta e facilmente. Per altri tipi di lavori invece mi piace utilizzare l’incisione, nello specifico puntasecca e monotipo.
Principalmente, anche in digitale, lavoro con livelli di texture sovrapposte che creano la base della tavola. Trovo che diano spessore e profondità all’immagine e sono sempre molto interessanti, come lo è giocare con velature, trasparenze e sovrapposizioni. Dopodiché vado a raffinare le parti che mi servono disegnando il tratto sopra agli ingombri creati e aggiustando le luci per creare l’atmosfera ricercata. In alcuni casi mi piace giocare con elementi o tagli più grafici, proprio per spezzare e contrastare lo spessore delle texture utilizzate.
Titolo: Galatea
Editore: Sonzogno
Anno di pubblicazione: 2021
Prezzo di copertina: € 14,90
Pagine: 72
Ambra Garlaschelli è illustratrice e grafica freelance.
Si occupa dei laboratori di incisione e tecniche di stampa allo IED di Milano ed è docente di tecniche di stampa e tecniche grafiche alla Scuola Internazionale di Comics di Milano.
Collabora con diverse realtà editoriali tra cui Sergio Bonelli Editore, Sonzogno/Marsilio, Progetto Stigma, Eris Edizioni, Cranio Creations, MIT (Massachusetts Institute of Technology), Edizioni Tlon, Stripburger magazine, Lök Zine, T.I.N.A.L.S. e molti altri.
In marzo 2021, il suo corto di animazione “Premise”, ora in lavorazione, vince il bando Short Film Fund di Torino e il bando Mibact.
https://www.ambragarlaschelli.com/
https://www.instagram.com/ambragarlaschelli/
DI
ANDREA OBEROSLER
Andrea Oberosler è un animatore e illustratore trentino.
Lavora per privati ed editori e nel 2019 sono usciti i suoi primi albi illustrati, tra cui “La Maschera della Morte Rossa e altri racconti” (ed. Bakemono Lab), un tributo a Edgar Allan Poe con cui comincia ad esplorare le potenzialità dell'illustrazione gotica.
Nel 2019 vince il premio oro nella sezione editoria dell'Annual di Autori di Immagini.
(Foto di Stefano Pradel)