“La bellezza e la felicità non possono esistere senza la tristezza e la bruttezza. Non puoi avere il buono senza il male.” - N. Ceccoli
Gioca con me. Questo è l'invito che viene rivolto al lettore nel libro di cui vi parlo oggi. “Play with me” (ed. Logos edizioni) è una raccolta di alcuni dei lavori più celebri realizzati da Nicoletta Ceccoli, grande esponente del Pop Surrealismo moderno che non ha bisogno di presentazioni.
I suoi lavori l'hanno resa una delle illustratrici italiane più conosciute a livello internazionale, sia per le numerose mostre allestite in tutto il mondo che per i prestigiosi premi e riconoscimenti vinti nel corso della sua carriera (tra cui il Premio Andersen come miglior illustratrice del 2001).
Il lavoro di questa artista si è fatto strada nell'immaginario collettivo grazie al linguaggio potente e solido che accompagna le sue opere. Nei suoi dipinti, infatti, ci si ritrova in un tempo sospeso, in mondi di zucchero a colori pastello, in cui le ambientazioni e i personaggi rimandano subito l'osservatore al mondo dell'infanzia e delle fiabe. Ma non c'è solo questo.
Negli scenari creati da Nicoletta torreggiano giovani protagoniste, bambine che sembrano fatte di porcellana che, nonostante l'aspetto dolce e morbido, appaiono potenti e dominatrici. L'apparente delicatezza dell'atmosfera si scontra con un senso di malinconia che arriva dalle protagoniste stesse, giovani adolescenti sul confine tra infanzia ed età adulta, innocenza e maturità sessuale. Nei suoi lavori si mescolano divertimento e grottesco, grazia e violenza, bellezza e efferatezza, creando un cortocircuito percettivo che apre la strada a moltissime letture e domande su ciò che sta accadendo davanti ai nostro occhi. Le protagoniste di queste tavole interagiscono con il mondo che le circonda, fatto ora di giocattoli, ora di dolci antropomorfizzati, ora di creature fantastiche che appaiono in nome della paura dell'età adulta, del dolore di una perdita, della solitudine. Un parterre di personaggi che parlano di un mondo interiore instabile e turbolento, in cui le ambivalenze tra bene e male non solo di soppesano, ma si completano a vicenda.
Come sempre, dopo queste premesse, la persona che meglio può parlarci del suo lavoro è l'autrice stessa. A lei la parola:
Ciao Nicoletta, benvenuta su Illustrada. Il tuo lavoro è molto conosciuto a livello internazionale e naviga fortemente le onde del Surrealismo Pop. Ci racconti qual è stato il percorso che ti ha portata a questa corrente artistica e al tipo di soggetti che rappresenti?
Grazie Andrea del tuo invito! Dopo tanti anni di lavoro come illustratrice per bambini desideravo sperimentare un linguaggio più adulto e così tra una commissione e l’altra ho cominciato a creare questi disegni con protagoniste bambine combattive e crudeli, perse in mondi zuccherosi dove combattono i loro demoni.
Una grande influenza hanno avuto su di me le pittrici surrealiste Remedios Varo, Leonor Fini, Leonora Carrington. Le mie bambine (miei alter ego) sono un po' figlie dei loro numerosi autoritratti nelle vesti di maghe, streghe detentrici di poteri ultraterreni.
Ho un grande debito verso Mark Ryden e il suo surrealismo pop , pieno di richiami all’illustrazione vintage, arte colta, in un mix sorprendente e così contemporaneo.
Adoro artisti dai toni scuri come Kubin e Topor, che mettono insieme l’horror con lo humor.
L’iconografia religiosa si riconosce in molti miei lavori, faccio riferimento a San Giorgio e il drago, alle decollazioni. L'arte sacra è piena di santi in preda a tormenti fisici e nello stesso tempo mostrati in tutta la loro sensualità. Come nella famosa estasi di Santa Teresa,nei tormenti di San Sebastiano.
Amore e morte sono forze onnipresenti che convivono nei miei disegni e talvolta piacere e dolore si mescolano fatalmente. Tendo a presentare temi oscuri e talvolta macabri ma sempre con una veste graziosa, femminile, attraente. Voglio che il mio lavoro sia allo stesso tempo divertente e macabro, carino e violento, un mix di inquietante e delizioso.
Se mostrassi solo il lato piacevole di una storia sentirei che manca qualcosa. Non puoi avere il buono senza il male.
“Play with me” è una grande raccolta dei tuoi lavori che trascina l'osservatore all'interno del tuo immaginario. Era un tuo desiderio pubblicare questo catalogo o è una proposta arrivata direttamente dalla casa editrice?
E' stata un'idea di Barbara Canepa, che ha notato questi lavori e ha voluto proporli in formato artbook per la sua collana Venusdea. (Play with me è il terzo volume dopo Beautiful nightmares e Daydreams). Riguardandoli riconosco molti temi: ossessioni che rivisito in vari modi, la paura di perdersi in una relazione, di controllare ed essere controllati in un rapporto, la dipendenza dal cibo.
Con le mie bambine dall’appetito smisurato racconto la sensazione di non essere mai soddisfatti e sazi, di volere sempre di più. Parlo di un bisogno di colmare carenze che sono più di affetto che di zuccheri.
Come il tuo percorso di illustratrice ha influenzato le tue opere? Come pensi ci si debba rivolgere all’infanzia quando si crea un’illustrazione?
Credo che nella nostra epoca si tenda ad esercitare troppo controllo sull’infanzia, al volerla proteggere da tutto.
Soprattutto nel mondo delle illustrazioni, le immagini meno convenzionali vengono spesso recepite come un’invasione di uno spazio sicuro e protetto.
Io credo che storie, immagini e parole servano ai bambini per esorcizzare i loro incubi, ansie inconsce. Per poter crescere abbiamo bisogno di confrontarci con le nostre paure più profonde, non edulcorare il mondo, negare che ne esistano gli aspetti dolorosi. I libri e le illustrazioni possono aiutare i bambini a pensare, immaginare, esplorare il mondo e tentare di cambiarlo.
Le mie opere personali sono meno immediate, più ambigue rispetto alle mie illustrazioni per l'infanzia. Più letture sono possibili. Per me si tratta di creare racconti visivi complessi
che suggeriscono i miei dubbi e illusioni. Paure e ansie di adulta che sono molto personali, ma allo stesso tempo anche universali.
Faccio riferimento all’immaginario infantile, alle fiabe, ma gioco a ribaltarle, a contraddirle.
La mia Cappuccetto Rosso è un lupo travestito da bambina. Cappuccetto Rosso ne ha avuto abbastanza del ruolo della brava bambina e ha liberato il suo lupo. Racconto il passaggio da bambina obbediente ad adulta. Da ragazzina condiscendente, a giovane donna consapevole.
Le mie principesse non aspettano principi che le salvino dai draghi, anzi, sono piuttosto i principi che devono salvarsi da loro.
Ci racconti che tecnica usi?
Ho sperimentato molte tecniche diverse come illustratrice: modellini in plastilina, il fotocollage, il disegno con la tavoletta grafica e photoshop, per rendere il mio lavoro meno ripetitivo, cercando, quando possibile, per ogni storia di tentare un esperimento diverso.
Oggi mi servo quasi esclusivamente degli strumenti tradizionali: pennelli, acrilico, pastelli e aerografo. Sono più apprezzati dai galleristi con cui lavoro e anche io li preferisco. Non amo molto lavorare di fronte ad un computer. Preferisco sporcarmi le mani, avere un contatto fisico con quello che creo.
Titolo: Play with me
Editore: Logos Edizioni
Anno di pubblicazione: 2018
Prezzo di copertina: € 35,00
Pagine: 120
Nicoletta Ceccoli vive e lavora nella Repubblica di San Marino. Si è diplomata all'Istituto Statale d'Arte di Urbino nella sezione di animazione.
Lavora come illustratrice dal 1995 e ha illustrato numerosi libri con editori statunitensi, britannici, italiani, svizzeri e taiwanesi.
Ha esposto per sette volte alla mostra degli illustratori di Bologna, vinto la medaglia d'argento della Society of Illustrators di NY e 4 award of excellence da Communication Art.
Ha lavorato come character designer per un film di animazione prodotto da Luc Besson.
Le sue opere sono state esposte in gallerie in tutto il mondo.
DI
ANDREA OBEROSLER
Andrea Oberosler è un animatore e illustratore trentino.
Lavora per privati ed editori e nel 2019 sono usciti i suoi primi albi illustrati, tra cui “La Maschera della Morte Rossa e altri racconti” (ed. Bakemono Lab), un tributo a Edgar Allan Poe con cui comincia ad esplorare le potenzialità dell'illustrazione gotica.
Nel 2019 vince il premio oro nella sezione editoria dell'Annual di Autori di Immagini.
(Foto di Stefano Pradel)